Zeiss Otus 85mm: prime impressioni
Testo e Foto di Max Angeloni
Ecco un caso perfetto in cui si potrebbe prendere un articolo già scritto, cambiare il nome dell’obiettivo, e pubblicare il tutto senza il rischio di commettere errori.
L’articolo a cui mi riferisco è quello sullo Zeiss Otus 55mm.
Per chi ha già letto l’articolo o per chi non vuole prendersi la briga di scorrere i contenuti che ho scritto, cercherò di riassumere i concetti generali che contraddistinguono questa nuova linea di obiettivi creati da Zeiss.
This is one of those field test when you can just take what is already written about another lens, and then just change the title, the name of the lens, without any risk of mistakes.
I'm talking about our Zeiss Otus 55mm Field Test.
For those who already read the article, or for those who just don't want to deepen the knowledge of what I wrote, I will just summarize the concepts behind this new Zeiss lenses lineup. (English Version Here)
Gli Zeiss Otus nascono dall’idea di creare obiettivi senza alcun compromesso sotto il profilo ottico, costruttivo e meccanico. Aspetti come peso, ingombri e prezzo sono considerati del tutto secondari.
In sintesi… gli Otus non devono limitarsi a rasentare la perfezione, ma devono essere semplicemente perfetti. Ovvio che per ottenere tali risultati è impossibile accettare compromessi.
Ed è evidente che Zeiss ha fatto suo alla lettera questo principio.
Altro concetto da tenere a mente è che non tutti hanno la necessità di utilizzare tali ottiche per ottenere ottimi risultati. Questo varia molto in base al proprio fotografare. Inoltre, non tutti sono in grado di utilizzare con profitto questi obiettivi o percepire cosa questi Zeiss sono in grado di aggiungere alle nostre fotografie.
Gli Zeiss Otus hanno fatto proprio il concetto di massime prestazioni sotto ogni profilo (nitidezza, sfocato, correttezza geometrica, resa ottica globale) a tutti i diaframmi. Anzi… proprio dove le altre ottiche luminose tendenzialmente mostrano il fianco ad alcune pecche, gli Otus esprimono il massimo potenziale.
Mi riferisco ovviamente alle massime aperture.
Bene… esauriti in un sol fiato i preamboli e le introduzioni passiamo subito ad affrontare altri argomenti.
Nikon D800, Zeis Otus 85mm f/1.4, 1/640, f/1.6, Iso 800
Nikon D810, Zeis Otus 85mm f/1.4, 1/500, f/1.4, Iso 200
Costruzione
Se per le dimensioni dello Zeiss Otus 55mm avevo fatto un parallelo con il Nikkor AF-S 24-70 f/2.8 G, per quello con l’85mm la prima cosa che mi è venuta in mente è un vaso di fiori in cui mettere il fascio di rose rosse regalate per suggellare la promessa di matrimonio.
A parte gli scherzi, come sottolineato in precedenza, contenimento degli ingombri e massima qualità non sono mai andati d’accordo. Quindi questo è un aspetto su cui non mi soffermerò ulteriormente.
In ogni caso è evidente che con oltre 12 cm di lunghezza (senza paraluce) e circa 1 chilo e 140 grammi di peso (sempre senza paraluce), L’Otus 85mm trova il suo naturale utilizzo con macchine fotografiche di generose dimensioni. Non fraintendetemi. Non intendo dire che questo obiettivo non possa essere utilizzato con la Nikon D600/610 o la DF. Ma i volumi generosi della D800/810 e della D4 si prestano maggiormente a rendere “equilibrata” l’accoppiata Reflex-Otus.
Ovviamente stiamo parlando della versione dedicata alle reflex Nikon, ovvero quella indentificata con la sigla ZF2.
Nella prova del 55mm avrete notato come la maggior parte degli scatti fossero realizzati con la Nikon DF. Il motivo è semplice. Il 55mm è un obiettivo standard o “normale” che dir si voglia.
Una focale perfetta per scattare reportage o fotografia di strada. In condizioni di luce imprevedibile che possono repentinamente passare dal pieno sole di una piazza al quasi totale buio di una bottega, l’eclettico sensore della Nikon Df per me ha rappresentato la scelta migliore. Nel caso dell’85mm invece, ovvero un teleobiettivo moderato tradizionalmente dedicato al ritratto, l’esuberante risoluzione della D800/810 mi hanno consentito di catturare tutti i dettagli possibili racchiusi in un volto.
Nikon D800, Zeis Otus 85mm f/1.4, 1/100, f/2, Iso 320
Sul Campo.
Lo Zeiss Otus 55mm mi aveva stupito così tanto durante la prova che l’ho definito, senza esitazioni, la migliore ottica mai esistita per i sistemi reflex.
Ora le ottiche sono due. E parlare di migliori ottiche diventa un tema sempre più complicato e complesso anche perché, in proiezione futura, si dovrà parlare per forza di cose di migliore “serie” di obiettivi per i sistemi reflex.
La caratteristica più “golosa” degli Otus è quella di essere Apocromatici. Ora… senza addentrarsi in tecnicismi o spiegazioni complesse, il trattamento apocromatico sostanzialmente permette di correggere molto efficacemente le aberrazioni cromatiche garantendo l’assoluta assenza di artefatti principalmente nelle transizioni luce-ombra.
Il tutto si traduce in un equilibrio dell’immagine realmente superiore alla norma.
La sigla “Apo” in realtà la vediamo stampigliata anche sul barilotto di alcuni obiettivi economici.
Ma lasciate perdere. I pochi esempi presenti in commercio di ottiche realmente Apocromatiche sono prevalentemente Zeiss e Leica e mettiamoci in testa che è una soluzione estremamente costosa.
Nikon D810, Zeis Otus 85mm f/1.4, 1/350, f/1.4, Iso 3200
Nikon D810, Zeis Otus 85mm f/1.4, 6", f/16, Iso 100
Le due foto in alto sono un esempio di cosa vuol dire avere a disposizione un obiettivo Apocromatico. Soprattutto in condizioni di forte contrasto dovuto ad una transizione molto violenta tra luci e ombre, queste ottiche sono in grado di restituire risultati nemmeno avvicinabili dagli obiettivi tradizionali.
Fatte le specificazioni d’obbligo iniziamo finalmente a scattare.
Come premesso lo Zeiss Otus 85mm è stato messo alla frusta con i 36MP delle Nikon D800 e D810.
Le ammiraglie Nikon sono i miei strumenti “pesanti” di lavoro.
Poca street… poco reportage poca (o quasi) caccia fotografica.
Gli 85mm sono la focale regina per i ritratti… e alle facce mi sono dedicato.
Se da una parte questo genere fotografico può permetterci di focheggiare manualmente con tutta calma è altresì vero che a f/1.4 la profondità di campo di questa focale è estremamente ridotta.
Con un soggetto posto a poco più di un metro anche i sistemi autofocus più evoluti possono entrare in crisi e concentrare il fuoco… per esempio… sulle sopracciglia piuttosto che sull’iride.
Chi fa ritratti sa di cosa parlo e sa anche che è più produttivo passare alla messa al fuoco manuale e chiudere il diaframma a f/2 per avere quel minimo di profondità di campo utile a descrivere un volto in maniera più armonica.
Ovviamente un ritratto si può realizzare anche con il diaframma chiuso… ma diamine… avere a disposizione un’ottica assolutamente perfetta a tutta apertura ti spinge inevitabilmente a scattare con i diaframmi incollati tra f/1.4 e f/2.
Nikon D800, Zeis Otus 85mm f/1.4, 1/320, f/1.4, Iso 1000
Nikon D800, Zeis Otus 85mm f/1.4, 1/800, f/1.4, Iso 100
Nikon D800, Zeis Otus 85mm f/1.4, 1/100, f/1.8, Iso 320
Inutile sottolineare quanto questa ottica sia assolutamente corretta sotto il profilo della distorsione ottica, così come, per valutare la qualità dello sfocato è sufficiente dare anche una distratta occhiata ad una immagine per rendersene conto.
Come ripetiamo sempre su queste pagine, non devono essere le parole ma le immagini a spiegare un oggetto del corredo fotografico.
Io potrò esaltare lo sfocato cremoso e armonioso, la tridimensionale resa o la resistenza al controluce. Ma se a supporto di tutto ciò, non metto le immagini che comprovano quanto detto, le parole scritte non valgono nulla.
Noi di Riflessifotografici.com lavoriamo così.
Non mettiamo tre o quattro foto campate in aria o casualmente ben riuscite.
Pianifichiamo la prova sul campo in maniera che siano le foto a parlare per noi.
Nikon D810, Zeis Otus 85mm f/1.4, 1/180, f/2, Iso 200
Nikon D800, Zeis Otus 85mm f/1.4, 1/640, f/2, Iso 1000
Conclusioni
Questo articolo lo voglio chiudere qui perché si tratta di prime impressioni
Un paio di settimane sono il minimo indispensabile per iniziare a conoscere un’ottica.
Certamente non sono sufficienti per farlo diventare proprio. Invidiamo molto chi, dopo 5 scatti in croce, è in grado di scrivere articoli ed esprimere giudizi.
Inoltre è difficile aggiungere altro. Si rischia di diventare ripetitivi.
Gli Otus sono semplicemente perfetti.
Certamente costosi ingombranti e con le limitazioni del fuoco manuale.
Ma come ho detto in conclusione dell’articolo per il 55mm, se amate una specifica tipologia di ottiche e non potete permettervi gli Otus, non li provate.
Tutto il resto rischia di diventare deludente.
Un grazie a: Gilles Rocca, Pamela Camassa, Francesco Monte, Cecilia Rodriguez, Federica Sburgy, Elisa Spina, Michele Buonanni, Cesare Veneziani.
Nikon D810, Zeis Otus 85mm f/1.4, 1/125, f/1.4 Iso 1600
Nikon D800, Zeis Otus 85mm f/1.4, 1/2500, f/1.4, Iso 320
Nikon D810, Zeis Otus 85mm f/1.4, 1/1500 f/2.8, Iso 800
Nikon D800, Zeis Otus 85mm f/1.4, 1/320, f/1.8, Iso 1000
Nikon D800, Zeis Otus 85mm f/1.4, 1/1000, f/1.4 Iso 100
Nikon D800, Zeis Otus 85mm f/1.4, 1/250, f/1.6, Iso 400
Nikon D800, Zeis Otus 85mm f/1.4, 1/320, f/1.4, Iso 1000
Nikon D800, Zeis Otus 85mm f/1.4, 1/125, f/1.8, Iso 200
Nikon D800, Zeis Otus 85mm f/1.4, 1/200, f/1.8, Iso 200
Nikon D800, Zeis Otus 85mm f/1.4, 1/1000, f/3.5, Iso 100