Zeiss Otus 55mm f/1.4: Il Re degli obiettivi?
Testo e Foto di Max Angeloni
Grande, grosso, pesante e privo di autofocus.
Può un obiettivo del genere, nella piena era dell’elettronica e della miniaturizzazione, pretendere di diritto il trono più ambito della fotografia?
Cerchiamo di scoprirlo insieme.
Big, fat, heavy and manual focus.
Can a lens like this be considered a must have lens in the era of miniaturization and electronics?
Let's find out together. (English Version Here)
Nikon DF, Zeiss Otus 55mm f/1.4 - 1/1800, f/1.8, Iso 100
Immaginate di essere un progettista di ottiche. Un giorno arriva il grande capo dell’azienda e vi dice di costruire un obiettivo.
Ovviamente chiedete delucidazioni. Quali caratteristiche di costruzione e di prezzo dovrà rispettare.
La risposta che ricevete è… "Nessuna".
Dovete semplicemente realizzare l’ottica “perfetta” senza porvi alcun limite.
Ora… per quanto questa sia una storiella, la realtà dei fatti non è molto distante da quanto raccontato.
E non è tanto distante anche da quanto i progettisti di Zeiss abbiano preso alla lettera la prerogativa del… “senza limiti”.
La versione per Nikon (ZF2) è lunga 14,1 cm e pesa 970 gr. Per darci un termine di paragone, il Nikkor AF-S 24-70 f/2.8 G ED è lungo 13,3 cm e pesa 900 gr., mentre il Nikkor AF-S 50mm f/1.4 G è lungo 5.4 cm e pesa solamente 280 gr.
Insomma… se facciamo un confronto con la focale equivalente è come mettere a paragone una leggiadra ballerina di danza classica con una grande e grosso giocatore di basket.
Il punto è che lo Zeiss Otus non è un “cinquantino”. Non bisogna cadere nell’errore comune di catalogare gli obiettivi unicamente in base alla focale, né limitarsi a prendere in considerazione esclusivamente l’apertura massima.
Lo Zeiss Otus 55mm rientra a pieno titolo nel gruppo di ottiche che fanno categoria a parte.
Quegli obiettivi, per intenderci, che resteranno per sempre il punto di riferimento e il sogno proibito di molti fotografi.
Già… proibito anche perché 3600 Euro sono tanti soldi e a fronte di tale spesa bisogna essere certi di saper sfruttare, comprendere e utilizzare a nostro favore tutto quello che può regalarci questa grande (in tutti sensi) ottica.
Nikon DF, Zeiss Otus 55mm f/1.4 - 1/500, f/4.5, Iso 100
Sul campo.
Mettiamo subito in chiaro alcuni aspetti che bisogna tenere in considerazione se vogliamo evitare spiacevoli “incomprensioni” con lo Zeiss Otus 55mm.
Primo… l’ottica non ha l’AF e quindi richiede la messa a fuoco manuale. Sappiamo benissimo che ormai lo stigmometro appartiene al passato. Ma più che non avere a disposizione l’immagine spezzata, il vero limite con le moderne reflex digitale è di non disporre di un modello equipaggiato con un mirino grande e luminoso.
Nikon DF, Zeiss Otus 55mm f/1.4 - 1/250, f/8, Iso 4000
Quando la situazione fotografica rende complicata la messa a fuoco selettiva, la buona abitudine di chiudere il diaframma per aumentare la profondità di campo, può risultare la scelta giusta.
Soprattutto con le ottiche a fuoco manuale.
Per intenderci meglio. I pentaspecchio delle reflex di fascia bassa sono del tutto inadeguati all’utilizzo con ottiche con messa a fuoco manuale; sono veri e propri buchi della serratura attraverso i quali troveremo solo grosse difficoltà nel percepire la messa a fuoco corretta.
Durante la nostra prova sul campo dello Zeiss stavamo testando anche la Nikon 3300. Per sfizio abbiamo provato a fare qualche scatto con questa accoppiata e, pur non essendo dei novellini, abbiamo rinunciato quasi subito a proseguire l’esperimento visti i frustranti risultati negativi che ottenevamo.
Con il pentaprisma della Nikon Df e della D800 la musica invece cambia. Bastano pochi giorni per prendere confidenza con la messa a fuoco manuale tanto che, senza accorgersene, si esegue il tutto in scioltezza senza nemmeno dar più conto al telemetro elettronico, posto all’interno del mirino; quello, per intenderci, che accende la spia verde della conferma della messa a fuoco.
Ovviamente se si vogliono eseguire inquadrature strette a tutta apertura è indispensabile che il soggetto sia fermo.
Dovremo concentrare tutta la nostra attenzione nell’eseguire la messa a fuoco nella maniera più corretta possibile e il pallino verde che si accende all’interno del mirino tornerà a rivestire un’importanza fondamentale per la buona riuscita del nostro scatto.
Il secondo punto al quale dovremo prestare attenzione è il modo in cui brandeggiamo la nostra macchina fotografica con lo Zeiss attaccato alla baionetta.
Se vogliamo evitare di affaticare il braccio in maniera eccessiva dobbiamo pensare di utilizzare un teleobiettivo spinto e non un “normale”. Scommetto che in molti sorrideranno nel leggere questa “avvertenza” d’uso considerandola del tutto marginale.
E invece no. Questo è un aspetto della fotografia da curare al pari di altri fattori se si vogliono evitare spiacevoli inconvenienti alle nostre articolazioni soprattutto in condizioni di utilizzo prolungato.
Quando il peso della nostra attrezzatura inizia a essere importante, bisogna utilizzare la mano sinistra e non la destra come siamo comunemente abituati. In sintesi non dobbiamo impugnare la macchina fotografica con la destra ma “posare” l’obiettivo sul palmo della mano sinistra.
Con le ottiche con messa fuoco manuale tale aspetto riveste un’importanza ancora maggiore in quanto, le nostre dita, già sono pronte a muovere la ghiera della messa a fuoco.
Ora siamo pronti a scattare.
Nikon DF, Zeiss Otus 55mm f/1.4 - 1/1600, f/1.6, Iso 640
Nikon DF, Zeiss Otus 55mm f/1.4 - 1/1800, f/1.8, Iso 100
Nikon DF, Zeiss Otus 55mm f/1.4 - 1/250, f/1.4, Iso 2200
Le tre foto sono esempi di come lo Zeiss Otus restituisca una resa impeccabile alle massime aperture. Non solo un dettaglio secco e senza artefatti, ma anche uno sfocato e una tridimensionalità ai massimi livelli.
Lo Zeis Otus 55m f/1.4 è ottimizzato a tutta apertura ai diaframmi compresi tra f/1.4 e f/2.0.
Cosa vuol dire tutto questo?
Semplice… ai diaframmi più aperti non presenta alcun difetto, o almeno, se presenta dei difetti, sono del tutto marginali e così poco evidenti da non influenzare in alcuna maniera il nostro scatto.
Nitidezza, qualità dello sfocato, tridimensionalità e correttezza geometrica sono impressionanti già a f/1.4. Probabilmente non esiste nulla di simile nell’intero panorama delle ottiche dedicate alle reflex. Forse non è mai esistito qualcosa di simile: un equilibrio armonico capace di rendere riconoscibili a prima vista gli scatti fatti con questo obiettivo.
Ripeto, e questa volta leggete bene prima di fare commenti a vanvera su questo articolo così come è avvenuto per altre recensioni scritte in precedenza: un’ottica di categoria superiore non è per tutti, non sempre fa la differenza, non sempre è percepibile la differenza con un altro obiettivo, non sempre si è in grado di percepire le differenze con altri obiettivi.
Un’ottica di alto rango va utilizzata modellando la fotografia sulle caratteristiche dell’obiettivo. Il becero luogo comune ha creato la falsa certezza che sia il contrario.
Le ottiche di livello superiore…al pari di quelle fortemente specializzate… vanno utilizzate con la piena consapevolezza (e capacità fotografica) di saper cosa ottenere con un determinato mezzo fotografico.
Ormai si tende a valutare un’ottica unicamente in base ai grafici e, nello specifico, in base ai grafici della nitidezza.
Ovviamente lo Zeiss Otus vince a mani bassi anche sotto il profilo della nitidezza ma relegare solo a tale caratteristica il giudizio complessivo di un obiettivo non è solo superficiale ma anche molto deprimente..
Nikon DF, Zeiss Otus 55mm f/1.4 - 1/1000, f/4.0, Iso 100
Se siete amanti del dettaglio a tutti costi sappiate che lo Zeiss Otus 55 è da denuncia e in condizione di luce ottimale (come ad esempio con l’ausilio della luce artificiale ) a f/11 è letteralmente inutilizzabile per inquadrature strette sul viso delle persone.
A me due spose mi hanno denunciato alla corte dei diritti della pelle del viso levigata. Contenti?
Ora potete chiudere questa pagine perché parlerò di altri temi ben distanti dalla nitidezza.
Nikon D800, Zeiss Otus 55mm f/1.4 - 1/250, f/11, Iso 100
Crop 100% - Le foto del volto della sposa ve le risparmio. In condizioni di luce ideale e chiudendo il diaframma lo Zeiss restituisce un dettaglio molto inciso.
Melgio quando il velo è abbassato :). In questa foto la nitidezza con Lightroom 5 e impostata a 20 su 150.
Come accennato in precedenza la distorsione è praticamente assente così come le aberrazioni cromatiche, che sono del tutto trascurabili. La vignettatura si palesa evidente solo alle massime aperture ma è del tutto in linea con le caratteristiche delle ottiche luminose. La vignettatura a tutta apertura per me non è un difetto ma una vera e propria caratteristica che, unita alla profondità di campo ridotta, offre quel sapore unico alle immagini realizzate con determinati obiettivi. Se piacciono le immagini piatte, con resa uguale al centro e ai bordi, siete fortunati; per raggiungere tali risultati basta un obiettivo kit da 100 euro e chiudere il diaframma a f/8.
Se invece desiderate ottenere una resa tridimensionale con le focali simbolo della fotografia (35mm, 50mm e 85mm) siete già consapevoli che non basta che l’obiettivo sfochi un po’ per giudicarlo adeguato alle nostre aspettative.
È l’insieme di alcuni elementi e la perfetta sintonia tra gli elementi stessi che fanno la differenza.
Ad oggi, escludendo gli obiettivi destinati a sistemi a telemetro (Leica M e ottiche compatibili per intenderci) o medio formato, i miei punti di riferimento sono i Nikkor AF-S 35mm f/1.4G e AF 85mm f/1.4D e il Fujinon XF 56mm f/1.2R.
Attenzione. Non dico che non esistano altri obiettivi di pari “magia” prodotti da altre case, mi limito unicamente a parlare degli obiettivi che conosco in maniera approfondita grazie all’esperienza diretta.
Nikon DF, Zeiss Otus 55mm f/1.4 - 1/1600, f/2, Iso 100
Un terzetto composto dal 35 e 85 Nikon sopraelencati e il 55 Otus rappresenta un sogno per molti fotografi: la perfetta espressione di un corredo in grado di offrire il massimo possibile nell’ambito dei sistemi reflex Full Frame. Anche, e soprattutto, in accoppiata con la “megapixellata” D800.
Un terzetto indubbiamente costoso, pesante ed ingombrante.
Ma ricordiamoci che l’artefice di una determinata resa fotografica non è la macchina, ma l’obiettivo.
Nikon DF, Zeiss Otus 55mm f/1.4 - 1/640, f/4, Iso 100
Con le ottiche manuali bisogna lavorare molto con la testa se si vogliono ottenere buoni risultati con soggetti che metterebbero in crisi anche motori autofocus molto prestanti.
Con soggetti non statici chiudere un po' il diaframma aiuta ad avere una tolleranza dell'area di messa a fuoco maggiore. Allo stesso tempo lavorare in "premonizione", ovvero concentrare la messa a fuoco su dove prevediamo che il soggetto passerà, può regalarci ottimi risultati.
Conclusioni
Finalmente la schizofrenica corsa delle case a sostituire le reflex un modello dopo l’altro, sembra rallentare.
Anche perché è difficile ormai superare il collo di bottiglia che l’attuale tecnologia digitale ha raggiunto.
Si può tornare a pensare agli obiettivi. Una macchina fotografica di 3-4 anni è ancora modernissima e non soffre di nessun timore reverenziale nei riguardi dei modelli più recenti.
Se abbiamo la possibilità di investire dei soldi rivolgiamo la nostra attenzione verso i “pezzi di vetro”.
Ovviamente il mio non è un incitamento ad acquistare lo Zeiss Otus.
Come ho già sottolineato è estremamente costoso, pesante e si è costretti a mettere a fuoco manualmente.
Ma certo è che, se avete la disponibilità per fare un investimento (per motivi di lavoro, o per passione) e:
• siete perfettamente consapevoli di cosa si desidera da un’ottica
• sapete realmente sfruttare a proprio favore le caratteristiche di un ottica
allora un pensierino a questo gioiello lo farete sicuramente.
Il mio consiglio è però quello di non fare la stupidaggine di provarlo se non si vuole, o non si può affrontare tale spesa, perché sarebbe estremamente difficile, poi, rinunciare a fotografare con il miglior obiettivo mai costruito per i sistemi Reflex.
Datemi retta :)
Note:
A corredo dell’articolo pubblico un lavoro completo realizzato con lo Zeiss Otus 55mm f/1.4. Questo a testimonianza di come, con un’ottica a fuoco manuale, si possono affrontare generi fotografici anche complessi con ottimi risultati. Non è per un caso che la reflex utilizzata è una Nikon DF, ovvero uno strumento che, almeno nelle intenzioni della casa costruttrice, consente di tornare ad una semplicità fotografica che un po’ tutti ci siamo scordati.
Canosa di Puglia 19 Aprile 2014-07-25
Processione della Desolata
Nikon DF, Zeiss Otus 55mm f/1.4 - 1/250, f/4, Iso 180
Nikon DF, Zeiss Otus 55mm f/1.4 - 1/500, f/4, Iso 100
Nikon DF, Zeiss Otus 55mm f/1.4 - 1/500, f/4, Iso 100
Nikon DF, Zeiss Otus 55mm f/1.4 - 1/400, f/2.5, Iso 100
Nikon DF, Zeiss Otus 55mm f/1.4 - 1/500, f/3.5, Iso 100
Nikon DF, Zeiss Otus 55mm f/1.4 - 1/3200, f/4, Iso 100
Nikon DF, Zeiss Otus 55mm f/1.4 - 1/1000, f/4, Iso 100
Nikon DF, Zeiss Otus 55mm f/1.4 - 1/400, f/4, Iso 100
Nikon DF, Zeiss Otus 55mm f/1.4 - 1/500, f/4, Iso 100
Nikon DF, Zeiss Otus 55mm f/1.4 - 1/250, f/8, Iso 4000
Nikon DF, Zeiss Otus 55mm f/1.4 - 1/2500, f/1.4, Iso 100
Nikon DF, Zeiss Otus 55mm f/1.4 - 1/800, f/4, Iso 100
Nikon DF, Zeiss Otus 55mm f/1.4 - 1/4000, f/1.4, Iso 100
Nikon DF, Zeiss Otus 55mm f/1.4 - 1/2500, f/3.5, Iso 100
Nikon DF, Zeiss Otus 55mm f/1.4 - 1/640, f/4, Iso 100
Nikon DF, Zeiss Otus 55mm f/1.4 - 1/4000, f/2, Iso 100
Nikon DF, Zeiss Otus 55mm f/1.4 - 1/400, f/9, Iso 100
Nikon DF, Zeiss Otus 55mm f/1.4 - 1/400, f/9, Iso 100
Nikon DF, Zeiss Otus 55mm f/1.4 - 1/800, f/5, Iso 100
Nikon DF, Zeiss Otus 55mm f/1.4 - 1/1000, f/5, Iso 100
Nikon DF, Zeiss Otus 55mm f/1.4 - 1/1000, f/8, Iso 100