Ibelux 40mm f/0.85
Testo e Foto di Max Angeloni
La luminosità di un obiettivo non rappresenta solo la possibilità di scattare in condizione di luce molto flebile.
La tecnologia, oggi, ci consente di utilizzare le alte sensibilità sempre con maggior scioltezza.
Quindi… in sintesi… cosa può aggiungere un obiettivo super luminoso al nostro fotografare?
Con la pellicola, i limiti del film erano evidenti in caso di fotografia effettuata in caso di scarsa illuminazione.
Ecco che le ottiche eccezionalmente luminose potevano rivestire un ruolo determinante al fine di realizzare o no una fotografia.
Nella storia è entrato il Carl Zeiss Planar 50mm f/0.7 realizzato, per le missioni Apollo ed adattato per il Barry Lyndon di Stanley Kubrick per filmare le scene a lume di candela.
Rimanendo strettamente nel campo della fotografia i Noctilux di Leica hanno fatto sognare intere generazioni.
Nel campo delle reflex invece il limite massimo si è attestato mediamente a f/1.2, con le dovute eccezioni.
Eccezioni come il Canon 50mm f/1.0 L USM. Eccezioni di discutibile resa finale tanto che la stessa Canon ha portato nuovamente a f/1.2 la luminosità massima nella nuova versione di questo obiettivo.
Technology allows us to easily boost the sensor sensitivity. So...What can an ultra bright lens add to our photography?
Well...it's not all about light gathering...
At the times of film photography the film shortcomings were clearly visible in poor lighting conditions.
That's why ultra bright lenses could be an indispensable tool to get enough light to be able to take the picture you wanted.
Lenses such as the Carl Zeiss Planar 50mm F/0.7, originally designed for the Apollo space missions and then modified to be used by Stanley Kubrick on Barry LYndon's candlelight scenes, made the history of photography thanks to its brightness.
Talking about photography oriented lenses, Leica's Noctilux represented a dream for generations of photographers.
Talking about reflex lenses, the maximum brightness that you can find is F/1.2. There have been some exceptions, i.e. Canon's 50mm F/1.0, but the final results were not so exceptional so that Canon itself decided to go back to F/1.2 for the new release of the lens. (English version Here)
Fujifilm X-T1 - Ibelux 40mm f/0,85 - 1/680, f/0,85, Iso 200
Ma perché, pur rappresentando la luminosità massima il sogno proibito di molti fotografi, tali lenti non si sono mai diffuse in maniera capillare? Perchè alcune marche di primissimo livello non hanno in catalogo ottiche di luminosità massima superiore a f/1.4?
Le motivazioni sono molteplici ma possiamo riassumerle in pochi punti.
Costo
Un 50mm F/1 vuol dire che ha la pupilla di entrata della luce pari a 50mm. Un obiettivo 50mm f/1.4 avrà la pupilla pari alla metà, ovvero 25mm.
Produrre vetri ottici grandi non è uno scherzo così come non lo è correggere la luce in maniera perfetta man mano che la luce attraversa tutti gli elementi in vetro del gruppo ottico che compongono l’obiettivo.
Prestazioni
A parità di focale, più è luminoso un obiettivo e più sono gli elementi da correggere in fase di realizzazione. Mantenere alto il potere risolvente, qualità dello sfocato, controllo delle aberrazioni cromatiche, trovare un accettabile compromesso tra resa al centro e quello ai bordi sono solo alcune delle infinite variabili che i progettisti devono affrontare e risolvere.
Un obiettivo luminoso mal realizzato non solo risulterà carente a tutta apertura ma rischierà di essere altrettanto deludente anche ai diaframmi più chiusi.
Effettiva praticità
Gli obiettivi super luminosi sono estremamente pesanti. Inoltre, proprio a causa della loro estrema luminosità, restituiranno a tutta apertura una profondità di campo estremamente ridotta.
Questo è un aspetto da tenere in considerazione soprattutto nelle situazione fotografiche in cui, la messa a fuoco è concentrata su un soggetto vicino rispetto al punto di scatto.
Come ho premesso tutto questo è solo un superficiale riassunto dei “contro” di un obiettivo estremamente luminoso.
Con questo non voglio dire che sono del tutto inutili o che il corretto utilizzo non possa restituire risultati che potranno effettivamente portare beneficio al nostro fotografare.
Tutto questo dipenderà dalle scelte soggettive e, soprattutto, dalla capacità dell’ottica di restituire effettivamente qualcosa in più al nostro fotografare.
Fujifilm X-T1 - Ibelux 40mm f/0,85 - 1/3800, f/1, Iso 200
Costruzione
L’Ibelux ricorda (vagamente) nella forma più il Leica Summicron 90mm che il Leica Noctilux.
Un lungo cilindro di metallo con tanto di paraluce incorporato.
La costruzione appare molto curata anche se, alcuni particolari, almeno nella copia demo che ho utilizzato, non sono esenti da critiche.
Prima di tutto la ghiera dei diaframmi è eccessivamente morbida e lo “scatto” tra f/0.85 e f/1 risulta poco “netto”. La ghiera della messa a fuoco invece è estremamente fluida. A mio parere un maggiore grado di resistenza alla trazione potrebbe giovare ancor di più nella delicata fase di messa a fuoco. Ma è solo una sensazione personale.
Quella che invece non rientra nelle sensazioni personali è la scelta di un tappo a vite come copri obiettivo. Tale soluzione è da corte marziale.
È l’antitesi della praticità della fotografia.
La filettatura, inoltre, è estremamente lunga. Probabilmente nelle intenzioni del costruttore è una scelta “ponderata” al fine di evitare accidentali svitamenti del tappo. Ma il tutto si traduce in una perdita di circa 10 secondi per effettuare una semplice operazione.
Ora… è del tutto auspicabile che per essere pronti a scattare in ogni momento un bravo fotografo tolga il tappo a inizio giornata e lo riposizioni solo a sessione fotografica terminata. Ma se capita una situazione fotografica imprevista, mettete subito in preventivo che non riuscirete a fotografarla proprio a causa di tale incomprensibile scelta tecnica.
Per il resto c’è poco da aggiungere.
L’Ibelux è un obiettivo ben costruito in grado di trasmettere una sensazione globale di solidità.
Fujifilm X-T1 - Ibelux 40mm f/0,85 - 1/125, f/0,85, Iso 2500
Fujifilm X-T1 - Ibelux 40mm f/1 - 1/60, f/0,85, Iso 6400
Fujifilm X-T1 - Ibelux 40mm f/0,85 - 1/125, f/1, Iso 2500
Sul campo
Montare un obiettivo di 1.150 g su una macchina fotografica da 440 g non è il massimo dell’ergonomia e della… comodità.
È un po’ il discorso che ho scritto in merito all’Otus 85mm f/1.4.
I circa 1.200 g dello Zeiss si sposano maggiormente più con le generose dimensioni e il peso (1.000g) della D800/810 che con la “minutezza” della Nikon DF.
Certo… l’Ibelux è veramente più “magro” rispetto agli Otus, nonostante un peso quasi equivalente.
Ma in accoppiata con la minimalista Fujifilm X-T1 i pesi e i volumi lasciano perplessi e spiazzati. Almeno in un primo momento.
Sicuramente una forma più compatta sullo stile del Leica Noctilux sarebbe stata più appropriata vista la destinazione d’uso dell’obiettivo e in linea con la filosofia delle CSC, sistema X di Fujifilm in testa.
Ma per dare una risposta bisognerebbe sapere le motivazioni tecniche che hanno spinto i progettisti ad adottare tale soluzione.
In ogni caso vale sempre la regola di impugnare il tutto con la mano sinistra sotto l’obiettivo onde evitare un precoce affaticamento del braccio destro e per trovarci già nella posizione corretta per focheggiare manualmente.
Fujifilm X-T1 - Ibelux 40mm f/0,85 - 1/4000, f/0,85, Iso 200
Fujifilm X-T1 - Ibelux 40mm f/0,85 - 1/1250, f/0,85, Iso 200
Fujifilm X-T1 - Ibelux 40mm f/0,85 - 1/400, f/0,85, Iso 200
A tale proposito vorrei precisare un aspetto che può… in qualche maniera… condizionare il mio giudizio complessivo su quest’obiettivo e, in generale… su tutti gli obiettivi a fuoco manuale destinati ai sistemi CSC.
Al contrario delle reflex equipaggiate con un pentaprisma di ottima qualità io non mi trovo assolutamente nell’operazione di messa a fuoco manuale con i mirini o i monitor delle CSC.
Ovviamente questa mia idiosincrasia si accentua con le ottiche estremamente luminose e con le ridotte profondità di campo.
Al contrario di quanto si possa pensare, un pentaprisma grande e luminoso consente di percepire maggiormente il fuoco sui piani.
Inoltre, con soggetti molto vicini e ottiche destinate al ritratto, le Reflex Nikon hanno il pallino verde del telemetro digitale che si accende appena la messa a fuoco è concentrata correttamente.
Con i vari pixel peeking, immagini digitali spezzate e quant’altro offerto dalle CSC, perdonatemi, ma io mi ci trovo proprio.
L’ingrandimento dell’immagine, per esempio, mi fa perdere la percezione generale dell’immagine inquadrata costringendomi a concentrare l’attenzione solo sul fuoco e non sulla scena nella sue interezza.
Fujifilm X-T1 - Ibelux 40mm f/0,85 - 1/800, f/1, Iso 200
Fujifilm X-T1 - Ibelux 40mm f/0,85 - 1/800, f/0,85, Iso 200
Fujifilm X-T1 - Ibelux 40mm f/0,85 - 1/80, f/0,85, Iso 6400
Perché dico questo.
L’Ibelux è estremamente luminoso e ideato con un occhio di riguardo alle ottiche del passato. Ovvero ottiche il cui aspetto fondamentale era la grande luminosità e non era essenziale una capacità risolutiva spaziale alle grandi aperture.
Ora. Mettiamo insieme questi due elementi, ovvero, bassa capacità risolutiva a tutta apertura e ridotta profondità di campo e si capisce il perché, anche con un monitor estremamente raffinato, diventa complesso percepire dove realmente è concentrata la messa a fuoco.
Lo ripeto… è un mio limite.
Un limite che, se da una parte mi fa apprezzare le caratteristiche così esasperate dell’Ibelux dall’altra non mi permette di comprendere appieno la reale fruibilità di un obiettivo del genere.
Fujifilm X-T1 - Ibelux 40mm f/0,85 - 1/105, f/0,85, Iso 6400
Fujifilm X-T1 - Ibelux 40mm f/0,85 - 1/240, f/1, Iso 200
Un’ottica f/0,85 non può essere perfetta. Siamo d’accordo.
Come sottolineato in precedenza l’estrema luminosità comporta infiniti compromessi in fase di progettazione e costruzione.
Quindi, se da un lato è del tutto comprensibile che a tutta apertura le prestazioni non siano stellari, dall’altra bisognerebbe avere un reale beneficio da tale esuberante luminosità.
I benefici sono, oltre alla possibilità di scattare con poca luce, uno sfocato da un carattere molto marcato (non dico bello o piacevole ma marcato… ovvero che caratterizza la resa dell’ottica) ed elevata tridimensionalità.
Fujifilm X-T1 - Ibelux 40mm f/0,85 - 1/160, f/11, Iso 200
Fujifilm X-T1 - Ibelux 40mm f/0,85 - 1/950, f/8, Iso 200
Fujifilm X-T1 - Ibelux 40mm f/0,85 - 1/950, f/5.6, Iso 200
Fujifilm X-T1 - Ibelux 40mm f/0,85 - 2", f/16, Iso 100
Ora… la scelta della focale non mi sembra la più adatta per far emergere tali caratteristiche.
Come ho sempre scritto, un dato di fatto è che, indipendentemente dal fattore di moltiplicazione, una focale rimane invariata indipendentemente dal sistema fotografico utilizzato e dalle dimensioni del sensore.
Non è un caso che le ottiche più luminose non sono mai inferiori ai 50mm.
I 40mm sono una focale troppo vicina al grandangolare e come tali non potranno mai fare della tridimensionalità e dello sfocato il loro cavallo di battaglia.
Ovvero, possono avere tali caratteristiche, ma mai come una focale pari o superiore ai 50mm.
Chi ha utilizzato i vari Leica Noctilux, Voigtlander Nokton, o Canon 50 capirà a cosa mi sto riferendo.
Qualcuno avrà da obiettare che i 50mm, su Macchine fotografiche APSC restituiranno un angolo di campo troppo stretto.
Vero, ma questo è il vero unico limite di tale formato rispetto al Full Frame per il quale non c’è alcuna soluzione.
Queste precisazioni sono doverose per comprendere meglio una valutazione globale di un obiettivo. E lo sono ancora di più in considerazione del prezzo elevato dell’obiettivo.
Dalle foto postate si può possono subito notare alcuni elementi distintivi dell’Ibelux 40mm f/0.85.
Anche se nella pubblicazione dei dati di scatto sono dovuto andare a “memoria” (manca qualsiasi elemento elettronico che faccia dialogare l’obiettivo con il corpo macchina) si nota subito che fino ad f/1 la capacità risolutiva è piuttosto bassa.
Fujifilm X-T1 - Ibelux 40mm f/0,85 - 1/125, f/0,85, Iso 250
Fujifilm X-T1 - Ibelux 40mm f/0,85 - 1/1000, f/2, Iso 200
Fujifilm X-T1 - Ibelux 40mm f/0,85 - 1/850, f/4, Iso 200
A f/1.4 l’obiettivo inizia a restituire immagini più ricche di dettagli e man mano che si chiude il diaframma aumenta la qualità globale dell’immagine.
La qualità dello sfocato ricorda molto quello del Voigtlander 50mm Nokton f/1.1 con un marcato effetto swirly in presenza di vegetazione e fogliame.
Per quanto riguarda la vignettatura è del tutto naturale (in queste ottiche estreme) che sia piuttosto evidente.
Io però non lo considero un grosso difetto. Anzi. Se il mix tra vignettatura e sfocatura è indovinato l’immagine assume un sapore realmente gradevole.
Non è un caso che uno degli interventi che effettuo maggiormente in post produzione è proprio mirato alla ricerca di tale effetto.
Per quanto riguarda altri difetti ottici, difficile dare un giudizio definitivo. Vuoi per il sensore X-trans che per caratteristiche attenua molto difetti come le aberrazioni cromatiche, vuoi che nel giudicare un f/0,85 è naturale essere di “manica larga” su tali aspetti, ma io non ho trovato alcuna pecca ce mi abbia fatto indispettire o sdegnare.
Fujifilm X-T1 - Ibelux 40mm f/0,85 - 1/1000, f/1,4, Iso 200
Conclusioni
Difficile… anzi difficilissimo dare un giudizio su questo obiettivo.
Il problema è che lo considero un prodotto posto su una linea di confine.
Da una parte è l’obiettivo più luminoso in commercio con una resa molto personale, dall’altra ha prestazioni non certo esaltanti a tutta apertura e adotta una focale “anomala”.
Mi ricorda un’ottica di altri tempi. Una di quegli obiettivi che, tramite anello adattatore, hanno rinverdito i fasti del passato grazie alle moderne macchine fotografiche digitali.
Il punto è che, quegli obiettivi, spesso e volentieri hanno un costo molto contenuto e di buon grado si accettano anche evidenti limiti sotto il profilo ottico pur di sfruttarne alcune caratteristiche che i progettisti delle ottiche moderne hanno ormai dimenticato nel nome della resa “perfetta”.
L’Ibelux invece costa un bel po’ di soldi. E la storia di accettare i limiti per sfruttarne lo spiccato “carattere” inizia a zoppicare.
A metà del prezzo si trova il Voigtlander 50mm Nokton f/1.1. Un obiettivo certamente non perfetto ma ricco di carattere, pienamente fruibile già a tutta apertura e dagli ingombri in perfetto stile telemetro tradizionale.
E ancora a meno, e senza perdere l’autofocus, si trova in commercio il Fujinon XF 56mm f/1.2 R.
Il meno luminoso del terzetto ma di gran lunga il più raffinato sotto il profilo ottico.
Quindi?
Quindi niente. Ripeto.
È molto difficile esprimere un giudizio.
Se il tutto fosse limitato unicamente alla resa globale alle massime aperture avrei grosse difficoltà a consigliarlo.
Ma qui c’è anche lo sforzo di andare oltre alle cose già viste e riviste.
Mettere in commercio l’ottica più luminosa proprio per i sistemi CSC è un atto di coraggio che non mi sento di bocciare.
Diciamo che dovessi dare un consiglio ai produttori porrei l’accento sul continuare il progetto basandosi su quanto di buono questo Ibelux ha saputo dimostrare.
Portare la focale attorno ai 50mm e ridurre la luminosità a f/1 per renderlo più performante già a tutta apertura.
Ma a quel punto l’Ibelux perderebbe il fascino e l’etichetta dell’obiettivo più luminoso al mondo e forse, in molti, non avrebbero avuto la curiosità almeno di provarlo. Compresi noi.
Vedete perché è difficile esprimere un giudizio quando si parla di obiettivi estremi?
Fujifilm X-T1 - Ibelux 40mm f/0,85 - 1/340, f/1, Iso 200
Un grazie particolare a:
Francesco Monte, Pamela Camassa, Gianfranco Apicerni, Lisa Gritti, Silvia Sera.