Fujifilm X-T2: Professional Compact System Camera 1.0

Categoria: Prove corpi macchina Pubblicato: Mercoledì, 29 Giugno 2016 Scritto da Max Angeloni

Fujifilm X-T2 - Fujinon XF16-55mm F2.8 R LM WR - 1/250, f/9, Iso 200 (Light 2 x Godox 360 - 1 gel Blue filter)

 

Facciamo la lista della spesa: corpo tropicalizzato… c’è, doppia scheda… c’è, velocità operativa… c’è, sincro Flash a 1/250... c'è, velocità e accuratezza autofocus… anche questa c’è, USB-charging in Camera...c'è, ergonomia… c’è e c’è pure il battery grip che triplica l’autonomia. Bene! Poi? Ah, si, raffica veloce… c’è e si arriva addirittura a 11 frame al secondo. Poi? Ah, si, video 4k e funzioni finalmente adeguate alle concorrenza… ci sono anche quelle.
Sembra proprio non mancare niente.
Ah, si, dimenticavo, qualità dell’immagine… c’è ma lo sapevamo sin da quando abbiamo scattato con la X-Pro2.
Così come sappiamo che la qualità del parco ottiche di Fujinon è probabilmente uno dei migliori oggi in commercio anche se mancano alcuni obiettivi specifici per lo sport e l’architettura.
Vabbe’ dai, possiamo dire che finalmente le CSC hanno superato le reflex e sono il nuovo punto di riferimento dei sistemi fotografici digitali?

Per una volta mi sbilancio e dico… si. O quasi. Insomma siamo lì lì.
Probabilmente nessun sistema CSC è ancora completo quanto lo può essere uno Nikon o Canon.
Ma diamine: in pochi anni un gap che sembrava incolmabile è stato colmato.

 

Fujifilm X-T2 - Fujinon XF56mm F1.2 R - 1/125, f/1.2, Iso 800

Vi confesso una cosa.

Ho in mano la X-T2 da mesi e ho avuto la possibilità di seguirne passo passo tutti gli aggiornamenti che Fujifilm apportava man mano che riceveva i vari feedback.
E giorno dopo giorno, firmware dopo firmware, ho visto questo piccolo e maldestro pulcino nero diventare un cigno regale.
La Fujifilm X-T2 è una macchina fotografica completa.
Erano anni che non mi sentivo così eccitato nell’utilizzare una novità del panorama delle attrezzature fotografiche.
L’ultima volta penso sia stato per la Nikon D3. Non a caso un modello che ha rivoluzionato il concetto di fotografia digitale.
Un strumento in grado di affrontare in scioltezza qualsiasi genere fotografico in qualsiasi condizione ambientale e climatica.
Ecco, con la X-T2 provo la stessa sensazione. Penso: datemi un paio di obiettivi, un flash, uno stativo e vi fotografo il mondo intero.
“Vabbe’ Max tu esageri! Sei un X-Photographer e sicuramente le tue opinioni sono influenzate dalla lunga collaborazione che hai con Fujifilm”.
Si e no. Ovvero… no che non vengo influenzato dalla mia collaborazione con questo marchio (basta leggere quanto scrivo sui prodotti di questo marchio e le bacchettate che dispenso quando non mi piace qualcosa). Si che vengo influenzato in quanto chiamato in casa nel progetto di questo sistema sin dall’inizio. Ho visto la X-T1 quando era solo un mock-up di bachelite e si discuteva se portare avanti il progetto o no. E ho avuto in mano la X-T2 già dalla sua prima versione demo.
Sento che qualcosa di mio c’è dentro questo modello, sicuramente una infinitesima parte, impercettibile e invisibile… ma sento che c’è.

Ma come sempre, andiamo con ordine.

Fujifilm X-T2 - Fujinon XF16-55mm F2.8 R LM WR - 1/250, f/5.6, Iso 200 (Light 2 x Godox 360 - 1 gel Blue filter)

 

Fujifilm X-T2 - Fujinon XF16-55mm F2.8 R LM WR - 1/250, f/9, Iso 200 (Light 2 x Godox 360 - 1 gel Blue filter)

 

Fujifilm X-T2 - Fujinon XF50-140mm F2.8 R LM OIS WR - 1/250, f/8, Iso 200 (Light 2 x Godox 360 - 1 gel Blue filter)

 

Da X-T1 a X-T2
La X-T1 nasce con l’idea di creare due segmenti distinti all’interno dell’offerta di Fujifilm.
Da una parte X-Pro1 e X-E1 (e X-E2) e dall’altra X-T1 e, in seguito, X-T10.
Due segmenti distinti non caratterizzati unicamente da prestazioni o dalla resa del sensore ma, soprattutto, differenti in base all’approccio fotografico in base agli utenti a cui sono destinati.
Per quanto riguarda la X-Pro, mi sono dilungato molto sugli aspetti filosofici di questo modello nell’articolo dedicato alla X-Pro2. Non sto certamente qui a ripeterli.
La serie X-T prende corpo man mano che il sistema Fujifilm amplia, con cadenza regolare, il suo parco ottiche e aumenta le prestazioni dei suoi corpi macchina.
Le CSC di Fujifilm, quindi, non sono più viste come una alternativa leggera per le situazioni fotografiche in cui le reflex si possono lasciare a casa. La tendenza è cambiata e ora questo sistema fotografico è acquistato proprio in sostituzione dei sistemi reflex e non più come ruota di scorta. Ed ecco che prende luce il segmento X-T. Macchine fotografiche che si avvicinano, per ergonomia e fisionomia, più alle reflex che ai tradizionali sistemi a telemetro. La nuova ergonomia consente di utilizzare senza forzature anche gli zoom più ingombranti. E per ergonomia mi riferisco anche al grande mirino elettronico posizionato proprio in asse con il centro dell’innesto dell’ottica.

Fujifilm X-T2 - Fujinon XF16-55mm F2.8 R LM WR - 1/250, f/9, Iso 200 (Light 2 x Godox 360 - 1 gel Blue filter)


Se la X-Pro1, ha rappresentato per Fujifilm il rientro in grande stile del segmento dei sistemi fotografici ad ottiche intercambiabili, la X-T1 ha rappresentato lo sdoganamento di questo sistema nei confronti degli approcci fotografici più impegnativi.
Ovviamente la X-T1 ancora non poteva essere la sostituta ideale delle reflex (di alcuni modelli di reflex per essere precisi) per alcuni specifici utilizzi. Basti pensare ad alcuni limiti che ne sconsigliavano o ne limitavano enormemente l’utilizzo in alcuni ben determinati campi della fotografia (ad esempio la mancanza di un sistema autofocus continuo efficace ed affidabile o la mancanza della seconda scheda).
Inoltre, le funzioni video molto elementari, hanno ridotto a quasi zero il mercato degli utenti che erano interessati ad uno strumento in grado di unire la capacità di realizzare sia immagini statiche che filmati.
Con la X-T2, Fujifilm sembra aver colmato tutti questi gap. Vedremo con il tempo se tutte queste premesse saranno confermate dalla prova dei fatti.

 

Fujifilm X-T2 - Fujinon XF16-55mm F2.8 R LM WR - 1/125, f/2.8, Iso 800

 

Fujifilm X-T2 - Fujinon XF16-55mm F2.8 R LM WR - 1/125, f/4, Iso 400

 

Ergonomia.
La X-T2 è leggermente più grande rispetto alla X-T1. In realtà, la sensazione è quella di una cura ormonale che ha portato ad un aumento della massa muscolare di questa macchina fotografica. Si tratta di pochi millimetri eppure, impugnandola, si ha l’impressione di aumento maggiore delle masse a tutto beneficio dell’utilizzo con ottiche più ingombranti. Ripeto, le differenze negli ingombri sono minimi. A conferma di tutto questo, basta misurare la profondità massima dei due modelli (in corrispondenza dell’impugnatura per la mano destra) che è rimasta pressoché identica. Quindi si tratta più di una ottimizzazione dell’ergonomia piuttosto che un aumento sostanziale degli ingombri. Tutto questo è stato dettato dalla necessità di trovar spazio per la slot della seconda scheda e il nuovo sistema basculante del monitor.
La rivisitazione ha interessato anche altri componenti del corpo macchina.
Le ghiere degli Iso e dei tempi ora sono più alte. Il motivo principale è l’adozione di un pulsante (posto al centro della ghiera stessa) che permette il bloccaggio e lo sbloccaggio di queste funzioni. In sintesi… si pigia il pulsante e si blocca la ghiera dei tempi… si pigia di nuovo il pulsante e si sblocca la ghiera dei tempi. Ovviamente lo stesso vale per la ghiera degli Iso. Una soluzione che trovo estremamente funzionale e pratica e che pone rimedio a quella più macchinosa adottata dalla X-T1.

 

Fujifilm X-T2 - XF16-55mm F2.8 R LM WR - 1/400, f/7.1, Iso 200


Nella ghiera posta sotto a quella degli Iso, fa la comparsa il simbolo delle funzioni video. Quindi non più una funziona secondaria ma una vera e proprio funzione principale della macchina fotografica. Ovviamente scompare il tastino rosso “Rec” che sulla X-T1 era posto alla destra del pulsante di scatto.
Sul dorso, al pari della X-Pro2, c’è il nuovo joystick deputato alle funzioni di posizionamento dei punti di messa a fuoco. Il tasto Q ha preso il posto del pulsante “Focus Assist”, e le funzioni di quest’ultimasi possono attivare attraverso la pressione della ghiera posteriore (quella deputata alla scelta dei terzi di stop dei tempi per intenderci). Per il resto nulla di diverso. Fatta eccezione delle due slot per inserire due schede e il nuovo sistema di basculaggio del display che consente di visualizzare correttamente il monitor quando scattiamo con la macchina fotografica in posizione verticale. Per il resto nulla da segnalare.
Per quanto riguarda il Battery Grip, troviamo numerosi aggiornamenti. Per prima cosa questo accessorio può ospitare due batterie aggiuntive. Fatte le somme, con tre batterie totali, si supera in scioltezza la soglia dei mille scatti di autonomia. Splendido.
Poi, oltre all’incremento dell’autonomia, anche la velocità di raffica passa da 8 frame per secondo a 11. Per attivare tale funzione è sufficiente selezionarla attraverso l’apposita levetta posta nella parte posteriore-inferiore del Battery Grip. A proposito di batterie. Con la X-T2 fa il suo debutto la NP-W125S. “S” è sta per “second” ovvero seconda edizione. Quali miglioramenti apporterà realmente questo aggiornamento ancora è presto per dirlo.
Torniamo al Battery Grip.
Sempre nella parte posteriore è presente il Joystick e, nella parte superiore, a sinistra del pulsante di scatto, fanno il loro debutto i tasti Q e Fn. Quindi non sono più necessari giochi da prestigiatore se vogliamo cambiare qualche parametro in concomitanza all’utilizzo in verticale della X-T2 con il Battery Grip.

 

 

Fujifilm X-T2 - Fujinon XF16-55mm F2.8 R LM WR - 1/450, f/6.4, Iso 200

 

 Fujifilm X-T2 - Fujinon XF16-55mm F2.8 R LM WR - 1/2000, f/3.6, Iso 200

 

Fujifilm X-T2 - Fujinon XF16-55mm F2.8 R LM WR - 1/2000, f/3.2, Iso 200

 

Fujifilm X-T2 - Fujinon XF16-55mm F2.8 R LM WR - 1/400, f/11, Iso 200

 

Fujifilm X-T2 - Fujinon XF16-55mm F2.8 R LM WR - 1/200, f/5, Iso 200

 

Qualità di immagine
Per chi ha avuto modo di provare la X-Pro2, troverà nella X-T2 molte caratteristiche simili, se non identiche, alla telemetro digitale di Fujifilm. Quindi mi soffermerò poco su queste similitudini.
La qualità di immagine, per esempio, è la stessa, e le eventuali differenze probabilmente non sono facilmente percettibili. Quindi inutile perdere tempo nel scrivere le stesse considerazioni fatte per la X-Pro2.
Basta sottolinea che il nuovo sensore prosegue la stessa strada intrapresa dall’X-Trans da 16MP.
Ovviamente quando dico sensore mi riferisco a tutti gli elementi legati l’acquisizione dell’immagine digitale. Quindi nuovo sensore, nuovo processore d’immagine, nuove microlenti, nuova elettronica e così via.
Tutto questo si traduce, a grandi linee, in un aumento della risoluzione ed una migliore resa agli alti Iso. Per resa ad alti Iso non mi riferisco alla “rumorosità” di immagine. La pulizia di immagine è una banalità che lascio volentieri a chi ama rimpinzare gli articoli con foto comparative di librerie, bottiglie, e improbabili soggetti. Se proprio vogliamo ricercare la pulizia del segnale bisogna stampare una immagine. Una volta stampata possiamo valutare la famigerata pulizia del segnale. Le prove a monitor non sono assolutamente in grado di dimostrare nulla.
Fate una prova… scattate ad alti Iso… stampate un’immagine… e poi paragonatela con la stessa che visualizzate al monitor. Vi renderete conto della enormi differenze che ci sono tra le chiacchiere da bar e i fatti.
Inoltre, per valutare correttamente la pulizia del segnale bisognerebbe scattare in Raw. Il motivo è piuttosto semplice. Il file del Raw non è contaminato da alcun intervento che la macchina fotografica può apportare al Jpg. Sviluppando il Raw ci si rende conto realmente della buona o non buona qualità del file. Gamma dinamica, transizioni cromatica, resa alle alte luci e resa nelle ombre, dettaglio, sono solo alcuni elementi che possono essere utili nel giudicare un’immagine realizzata ad alte sensibilità.
Per me, e per il mio modo di lavorare, giudico la qualità di un file in base a quanto rimangono immutate la capacita di sviluppo e post produzione all’aumentare della sensibilità utilizzata.
Con il Jpg, invece, possiamo solo farci un’idea di cosa riescono a fare gli interventi di post produzione che avvengono all’interno della macchina fotografia.

 

Fujifilm X-T2 - Fujinon XF16-55mm F2.8 R LM WR - 1/125, f/2.8, Iso 8000

 

Iso 8000 Crop (raw + Lightroom release 2015/6, no Noise Reduction)


Non affermo assolutamente che non si debba scattare in jpg. Anzi. Ma vi do un consiglio.
Se amate scattare in Jpg disattivate tutti i controlli automatici. Ad esempio nitidezza, riduzione del disturbo, ampliamento della gamma dinamica e varie ed eventuali. in alcuni casi potrete avere un’immagine apparentemente meno “sofisticata” ma sicuramente più equilibrata sotto tutti i punti di vista.
Questo ovviamente vale per tutte le macchine fotografiche di tutte le marche e di ogni fascia o destinazione d’uso.
In ogni caso la X-T2, porta il limite massimo degli Iso a 12.800. Limite che riesce a raggiungere con una qualità superiore rispetto ai 6400 dei modelli che l’hanno preceduta.
Stampare per credere.

 

 

Fujifilm X-T2 - Fujinon XF16-55mm F2.8 R LM WR - 1/100, f/2.8, Iso 12800 (raw + Lightroom release 2015/6, Camera Acros, no Noise Reduction)

 

 

Fujifilm X-T2 - Fujinon XF16-55mm F2.8 R LM WR - 1/250, f/2.8, Iso 12800 (raw + Lightroom release 2015/6, exposure + 0.75, no Noise Reduction)

 

through the Holy Door... no photo please :)
Fujifilm X-T2 - Fujinon XF16-55mm F2.8 R LM WR - 1/500, f/5.6, Iso 12800 (raw + Lightroom release 2015/6, exposure + 1,05, no Noise Reduction)

 

Fujifilm X-T2 - Fujinon XF16-55mm F2.8 R LM WR - 1/500, f/4, Iso 10000 (raw + Lightroom release 2015/6, exposure + 1,70 !!!, no Noise Reduction)

 

Fujifilm X-T2 - Fujinon XF16-55mm F2.8 R LM WR - 1/259, f/2.8, Iso 12800 (raw + Lightroom release 2015/6, exposure + 0,65, no Noise Reduction)

 

Da X-T1 a X-T2
Per chi possiede la X-T1, l’eventuale aggiornamento al nuovo modello non necessiterà di un particolare periodo di adattamento nella fase strettamente legata alla sessione fotografica.
Diverso il discorso legato alla navigazione del menù e la relativa implementazione di nuovi voci e nuovi comandi.
Con la X-Pro2 il menù principale della serie X è stato ridisegnato e reso più razionale. In pratica è stato diviso i 6 macro aree:


- Impostazione Qualità Immagine
- Impostazione AF/MF
- Impostazione Ripresa
- Impostazione Flash
- Impostazione Filmato
- Set Up


A queste sei voci si può aggiungere un Menù personale (MY) nel quale condensare i comandi che utilizziamo abitualmente. Mi piace molto ed è la stessa soluzione che per anni ho utilizzato con le Nikon.
Restando sempre all’interno delle opzioni, alcune voci presenti nel menù “Q” hanno subito una dilatazione. In pratica… opzioni come Riduzione del Disturbo, Tono Alte Luci, Tono Basse Luci, Colore e Nitidezza sono modificabili in valori che variano da -4 a +4 al posto dei vecchi -2, +2.
Per quanto riguarda le pellicole, c’è una nuova tipologia di Bianco e Nero denominato “Acros”. Bianco e Nero selezionabile in accoppiata con i principali filtri digitali (Verde, Rosso e Giallo).
Altra novità è il “Grain Effect” ovvero la possibilità di apportare una grana dal sapore analogico alle nostre immagini. Ovviamente si può sfruttare solo se si scatta in Jpg o se si esegue lo sviluppo del Raw direttamente con la macchina fotografica. Alla faccia dei cultori del segnale pulito e perfetto.

 

Fujifilm X-T2 - Fujinon XF56mm F1.2 R - 1/200, f/1.4, Iso 200 (Lightroom, Camera ACROS filter Green)

 

 

Fujifilm X-T2 - Fujinon XF56mm F1.2 R - 1/2500, f/1.2, Iso 200 (Jpg OOC, Monochrome filter Green)

 

Fujifilm X-T2 - Fujinon XF56mm F1.2 R - 1/2500, f/1.2, Iso 200 (Lightroom, Monochrome filter Green)

 

Fujifilm X-T2 - Fujinon XF56mm F1.2 R - 1/120, f/1.2, Iso 100 (Jpg OOC, Monochrome filter Green)

 

Fujifilm X-T2 - Fujinon XF56mm F1.2 R - 1/900, f/1.2, Iso 200 (Lightroom, Camera ACROS filter Green)


Sul Campo
Pronti…via
La X-T2 non ha nemmeno fatto in tempo ad arrivare nelle mie mani che già l’ho catapultata nel bel mezzo di una delle più belle manifestazioni pubbliche che si svolgono a Roma.
In occasione del Natale di Roma (21 Aprile) vengono organizzati nel centro dell’Urbe rievocazioni storiche che coinvolgono migliaia di partecipante in costume provenienti da ogni parte d’Europa.
La manifestazione ha avuto il suo culmine domenica 24 Aprile con la grande parata che ha portato, i rievocatori, a sfilare per le vie più suggestive della Roma imperiale sotto lo sguardo di oltre 300.000 spettatori.
A dire la verità, la mia X-T2 aveva ancora un firmware provvisorio, quindi, non ero sicuro dei risultati che avrei potuto ottenere.
Mi sono detto… male che va prendo confidenza con questa macchina fotografica e metto alla prova la tropicalizzazione della nuova Fujifilm in queste pazze giornate di primavera in cui si alternano il caldo sole e improvvisi temporali.
Allo stato delle cose, tutte le mie incertezze iniziali, si sono dissolte mentre inanellavo, scatto dopo scatto, l’intera manifestazione.
Ma non solo. Oltre alla conferma dell’infondatezza delle mie incertezze, sono iniziate ad arrivare subito le prime, piacevoli, sorprese.
Partiamo dalla più ghiotta, soprattutto per chi si cimenta in generi fotografici che costringono a scattare tante foto lungo l’intero arco della giornata.
Con il battery grip montato ho realizzato 1574 immagini (salvate in Raw+Jpg Fine).
Ora. Non so dire se il merito è della nuova batteria NP-W125S che avevo montato nel corpo macchina o dell’ottimizzazione della gestione dell’energia delle 3 batterie utilizzate in contemporanea, o la mia abitudine nel non rivedere mai gli scatti realizzati.
Ma tant’è.

 

 Fujifilm X-T2 - Fujinon XF50-140mm F2.8 R LM OIS WR - 1/4000, f/2.8, Iso 200

 

Fujifilm X-T2 - Fujinon XF50-140mm F2.8 R LM OIS WR - 1/2200, f/4, Iso 200

 

 Fujifilm X-T2 - Fujinon XF50-140mm F2.8 R LM OIS WR - 1/1700, f/3.6, Iso 200


Finalmente, anche con questi mezzi fotografici, lo spinoso problema dell’autonomia sembra aver trovato una soluzione.
La seconda risposta è stata la conferma della solidità costruttiva e della efficace tropicalizzazione dell’accoppiata X-T2-Battery Grip.

Ora… non ho affrontato l’immensa palude del Mato Grosso, né i ghiacci artici, né, tantomeno, la polvere sottile del Thumamah. Ma siate sicuri che questa Fujifilm è in grado di sopportare, senza scomporsi, pioggia, fango, polvere e i colpi accidentali di corazze e scudi Romani.
È il prezzo da pagare se si vuole stare dentro la scena. E senza una macchina sufficientemente solida questo prezzo sarebbe stato realmente molto salato.
Finito il rodaggio e superato a pieni voti la prova “reportage”, la X-T2 mi ha accompagnato in tutte le situazioni fotografiche che ho affrontato in questi mesi.
Quindi, se qualcuno mi ha incrociato mentre fotografato con una X-T1 tutta incerottata… sappiate che, in realtà, era la nuova X-T2 e il nastro nero serviva a camuffare le fattezze della nuova Fujifilm.
Firmware dopo Firmware la nuova Fujifilm ha raggiunto la sua piena capacità operativa. Man mano che questo avveniva aumentava il numero di volte che le altre macchine del mio corredo venivano lasciate a casa.
Il feeling che si è creato con la X-T2 è stato così forte da farmi preferire l’utilizzo di un modello di “pre-produzione” piuttosto che mezzi fotografici di sicura affidabilità
Ripeto… in questo articolo ho deciso di sbilanciarmi. Spero che per una volta mi perdoniate per questa netta presa di posizione.
Ma torniamo alla prova sul campo.

 

Fujifilm X-T2 - XF56mm F1.2 R - 1/2900, f/1.2, Iso 200

 

Fujifilm X-T2 - XF56mm F1.2 R - 1/1600, f/1.6, Iso 200

 

Fujifilm X-T2 - XF16mm F1.4 R WR - 1/2700, f/1.4, Iso 200

 

Fujifilm X-T2 - XF56mm F1.2 R - 1/3200, f/1.2, Iso 200

 

Fujifilm X-T2 - XF56mm F1.2 R - 1/3200, f/1.2, Iso 200


Con la X-Pro2 avevo assaggiato in anteprima la bontà del nuovo sistema autofocus. La X-T2 conferma l’efficacia della strada intrapresa da Fujifilm.
A questo proposito è doveroso fissare alcuni punti poiché, da quanto letto in giro, in molti non hanno compreso bene il funzionamento di tale sistema.
E per fare questo riporto pari pari quanto scritto nell’articolo della X-Pro2:
“La rivisitazione del sistema autofocus ha interessato la funzione relativa allo scatto singolo e, soprattutto, quella della messa a fuoco continua (vero punto debole, in passato, delle Fujifilm).
Bisogna ovviamente studiare il setup ideale in base alla tipologia di fotografia che andremo a realizzare.
In linea di massima, è sufficiente selezionare l’area e il numero dei punti di messa a fuoco più idonei e il gioco è fatto. Ovviamente con gli obiettivi giusti montati sulla macchina fotografica.”
Ecco… gli obiettivi giusti è l’oggetto che mi interessa maggiormente analizzare in questo momento.
Fujifilm ha adottato una precisa strategia per quanto riguarda le caratteristiche dei suoi obiettivi.
In sintesi, non tutti gli obiettivi sono stati progettati per essere utilizzati in autofocus continuo in condizioni di ripresa estrema.
I motivi di tale scelta sono molteplici. Fatta eccezione dei primi tre modelli (Fujinon XF60mm F2.4 R Macro, XF35mm F1.4 R e XF18mm F2 R) il cui sistema autofocus era piuttosto elementare, Fujifilm ha sempre diversificato le motorizzazione dei suoi obiettivi in base alla destinazione d’uso che queste ottiche avrebbero dovuto soddisfare.
Non c’è una versione ufficiale, ma il motivo è ugualmente individuabile.
Una motorizzazione estremamente performante comporta un aumento delle masse e dei costi. Basti vedere il sofisticato schema del Triple Linear Motor adottato dal Fujinon 50-140.
Partendo da questi presupposti, in molti si chiederanno ugualmente del perché non tutti gli obiettivi sono equipaggiati con un sistema ottimizzato anche per l’utilizzo con l’autofocus continuo.
Io vi faccio un’altra domanda. Trovate equilibrato il Fujinon XF56mm F1.2 R o lo avreste preferito molto più ingombrante e più costoso? E poi… Quali sarebbero le situazioni fotografiche in cui si dovrebbe utilizzare abitualmente un “85” (angolo di campo equivalente) f/1.2 per una caccia fotografica estrema?
Da sempre esistono ottiche specifiche per specifici utilizzi e, per quanto poco possa essere preso in considerazione, anche altre marche adottano la medesima filosofia.

Non mi ricordo di essere mai andato a bordo pista o affrontato la fotografia naturalista se non con i soliti obiettivi professionali. Ovvero zoom estremamente luminosi e performanti o teleobiettivi fissi costruiti proprio per questi generi fotografici.
Ecco… se proprio vogliamo muovere un appunto a Fujifilm, ora che il sistema Autofocus è stato ottimizzato, è quello di accelerare la commercializzazione di teleobiettivi fissi dotati di un motore autofocus di ultimissima generazione.

 

Fujifilm X-T2 - XF23mm F1.4 R - 1/340, f/5.6, Iso 200

 

Fujifilm X-T2 - XF50-140mm F2.8 R LM OIS WR - 1/1600, f/2.8, Iso 200

 

Fujifilm X-T2 - XF16mm F1.4 R WR - 1/1000, f/1.6, Iso 200

 

Come è mia abitudine, dopo aver descritto le caratteristiche positive di un mezzo fotografico sarebbe giunto il momento di sottolineare le cose che non mi piacciono o che necessiterebbero di un rapido aggiornamento.

Vi confesso che per la prima volta mi trovo veramente in crisi nell’individuare una qualsiasi cosa che non mi piace della X-T2.
Se consideriamo anche il contenuto prezzo di commercializzazione (contenuto in base alle caratteristiche offerte da questa macchina fotografica), diventa anche arduo una eventuale comparazione con macchine fotografiche di pari fascia commercializzate da altri marchi.
Quindi? Quindi mi sono impegnato come non mai per trovare qualcosa che non mi piacesse e, finalmente, proprio mentre stavo terminando di scrivere questo articolo, l’ho individuato.


In una macchina fotografica professionale di questo genere, votata ad un utilizzo impegnativo e globale, il sistema di aggancio della cinghia al corpo macchina appare, quantomeno, scomodo e macchinoso.
Diciamo la verità. Per chi conosce bene le Fujifilm difficilmente ha mai compreso pienamente la soluzione adottata. Per inserire i passa cinghia triangolari ci vuole un attrezzo apposito (altro che una laurea in ingegneria meccanica), poi bisogna far combaciare la due asole della copertura di protezione con la clip triangolare altrimenti la cinghia non si infila e poi… finalmente…. fissare la cinghia. Dopo 5 minuti le coperture si staccano dal loro alloggiamento ed iniziano a vagare per tutta la cinghia. Con la conseguenza che le clip triangolari rimangono scoperte e quindi libere di incagliarsi in maglie, maglioni, arbusti e quant’altro.
Ovviamente ho esagerato un po’, ma personalmente mi sono ritrovato più volte con quei triangolino di metallo impigliato da qualche parte.
Se per mezzi fotografici “meditativi”, una soluzione esteticamente accattivante, può essere indovinata, per una da battaglia ci vuole una soluzione più pratica.
Quella adottata dagli altri marchi, per esempio, con la clip triangolare rivestita in plastica o gomma, ad oggi, sembrerebbe la più indicata.

 

Fujifilm X-T2 - XF50-140mmF2.8 R LM OIS WR - 1/2700, f/2.8, Iso 200

 

Fujifilm X-T2 - XF16mm F1.4 R WR - 1/1000, f/5.6, Iso 1250

 

 

Conclusioni
Lo avevo detto.
Questa volta mi sono sbilanciato più del solito nel riportare le mie impressioni maturate durante l’utilizzo di un mezzo fotografico.
Ovviamente non mi aspetto che tutti condividono le mie conclusioni, così come lungi da me affermare che la X-T2 è la CSC che rivoluzionerà l’intero mercato della fotografia digitale.
Ma il mio stato d’animo attuale è come quello di un contadino che prende un pezzo di terra per farci un orto. È solo un piccola area di campagna coperta da erbaccia e sassi.
Si inizia ripulendo tutto, poi a colpi di vanga si ara il terreno, si prepara l’impianto di irrigazione, si semina e, solo dopo mesi di duro lavoro, si iniziano a vedere i primi risultati con il germogliare delle prime piante. Poi devi concimare, potare, e dare il verderame facendo attenzione di non buttare nulla del lavoro finora realizzato. Alla fine… ma solo alla fine… quando i primi frutti della terra imbandiscono la tua tavola, capisci che finalmente è stato raggiunto lo scopo che ti eri prefissato.
Ecco… la X-T2 è la finalizzazione di una cammino iniziato da Fujifilm 5 anni fa.
È la macchina fotografica che in tanti desideravamo da anni, quando ancora eravamo disposti ad accettare qualche compromesso nel nome della compattezza e dell’innovazione.
Ora i compromessi sono solo un lontano ricordo e rimangono solo compattezza e innovazione,
Come sembrano lontani quei giorni.
Ora la tavola è imbandita e siamo pronti a godere dei frutti del nostro orto.
La cosa importante, come sempre, è ricordarsi che non esiste un mezzo fotografico perfetto in grado di soddisfare tutte le esigenze di tutti i fotografi. Esiste solo un mercato che offre una vastissima scelta di opzioni. Alcune sono migliore di altre e, la X-T2, si pone proprio tra le migliori.
Almeno per me.

 

Fujifilm X-T2 - XF16-55mm F2.8 R LM WR - 1/500, f/2.8, Iso 6400

 

Nota: a confermare che le cose fatte bene si capiscono anche dai piccoli dettagli, i raw della X-T2 sono utilizzabili da inizio giugno con la versione 9.6 di Camera Raw e dalla release 2015/6 di Light Room. Questo è il caso, più unico che raro, in cui è pronto un software di conversione dei Raw molto prima della commercializzazione della macchina fotografica stessa.

Un ringraziamento speciale a: Eleonora Utini, Iago Garcia, Marta Flavi, Marla Rocca, Gruppo Storico Romano, Vincenzo Ricciarello, Vladimiro Ramoni, Franca Ferrari, Fabiano Armellin.