Fujifilm X70
Pur se da sempre abituato ai rapidi cambiamenti tecnologici, favorevole al progresso ed accanito utilizzatore della prima ora di personal computer (nel 1984 il primissimo Mac), fotografia digitale ed internet e non ultima, smartphotograpy (pubblicai nel 2006 su Fotografia Reflex degli scatti realizzati con un Nokia N70 da ben.. 2 Mpixel), certe volte mi stupisco di come le cose cambino sotto i nostri occhi ad una velocità impressionante!
Siamo nell’estate del 2011 e mi viene proposto di realizzare un test con una nuova fotocamera della Fujifilm, per il primo evento di presentazione in Italia di questa nuova linea di prodotti, insieme ad un ben più autorevole Maestro della Fotografia Italiana: Piergiorgio Branzi. Mi dissero che questo nuovo tipo di fotocamera ben si adattava alle mie esigenze di ripresa fotografica: avevo infatti già da tempo abbandonato le reflex e mi ero rivolto all’utilizzo di particolari compatte, pur dovendone soffrire i pesanti limiti tecnologici, in cambio delle fondamentali caratteristiche di ridotto ingombro, leggerezza, portabilità, discrezione e silenziosità. E fu così che mi ritrovai tra le mani la Fujifilm X100.
Uno scatto molto difficile da realizzare senza l'aiuto del monitor basculante. La posizione della X-70 infatti, era praticamente a filo del terreno. Jpeg SOOC - 1/850 f/8 Iso 200
Durante la prova, praticamente, gridai al miracolo! Una qualità d’immagine insperata, anche a valori Iso elevati, in una fotocamera di quelle dimensioni; una maneggevolezza ed una compattezza, unite ad una costruzione di alto livello che mai avrei potuto immaginare solo un paio d’anni prima.
Beh, sembra passato un secolo e non potevo sapere che mi trovavo proprio all’inizio di una nuova era. Ora, sembra tutto normale e scontato: i sistemi mirrorless Fujifilm (sia nelle versioni ad ottica fissa, sia in quelle CSC) hanno ormai conquistato il cuore di molti appassionati e professionisti ed altrettanto hanno fatto quelli di altri brand che hanno poi seguito questa strada; ma allora nel 2011, tutto ciò non era affatto scontato.
Ora, a fine 2016, mi è stato proposto di effettuare un test con la nuova Fujifilm X70 e naturalmente, mi sono dato subito da fare.
Grazie alla presenza del 28mm equivalente è facile ambientare i soggetti e la velocità di scatto/messa a fuoco permette di fermare facilmente il momento che c'interessa. Jpeg SOOC - 1/250 f/8 Iso 200.
In questa immagine è evidente la mancanza di distorsione del nuovo 18,5mm f/2,8 Fuji. Anche in questo caso, la corretta inquadratura è permessa solo dall'uso del schermo basculante. Jpeg SOOC - 1/300 f/11 Iso 200.
Cos’è la X70? Ad un primissimo impatto, se non fosse per quell’ottica fissa che riprende le forme della X100 (nelle sue varie versioni), può sembrare una “specie” di X20 rivisitata. La mancanza di mirino però la avvicina anche a CSC quali la X-M1, con magari montato il 27mm pancake. In realtà è tutte queste ed anche qualcosa di più. E’ una sorella minore (anche se il termine è troppo riduttivo) della X100T, più compatta nel corpo ma con lo stesso “cuore”, cioè il sensore X-Trans II da 16 Mpixel; senza il mirino, ma con un touch screen inclinabile fino a 180° e senza l’ormai arcinoto 23mm f/2 (equivalente ad un 35mm nel formato 24x36), ma con un nuovissimo 18,5 mm f/2,8… equivalente ad un 28mm.
Già, sono queste le caratteristiche salienti della nuova X70: compattezza, nuova focale e touch screen. E scusate se è poco. In più, sembra che nel lontano Giappone, nei piani alti di casa Fujifilm, abbiano ascoltato proprio alcune delle nostre richieste: focale alternativa al 23 mm e comandi (anche) touch screen.
Bene, a questo punto non restava che metterla all’opera e vedere come si comportava sul campo. I nostri lettori infatti, ben sanno due cose: 1) che le nostre prove in genere si svolgono nell’arco di mesi e 2) che il sottoscritto non disquisisce di tecnica agli eccelsi livelli del nostro Max Angeloni, ma si occupa prevalentemente di pratica. Cioè più o meno quello con cui, qualsiasi appassionato si trova di fronte quotidianamente con la sua fotocamera.
Va bene, veniamo al dunque!
Pur essendo un grandangolo, la focale dell'X-70 ci restituisce uno sfocato piacevolissimo, anche a diaframmi non particolarmente aperti. Sempre che i rapporti di distanza camera/soggetto/sfondo siano quelli giusti. Jpeg B/W Converted in Photoshop - 1/250 f/5,6 Iso 200.
Dopo un primo sguardo d’insieme ho potuto constatare che il funzionamento e le regolazioni (a parte le novità) erano in linea con quelle degli altri modelli Fuji, ho messo in tasca la X70 e sono uscito di casa…. Come, un momento: hai detto “messo in tasca”? Si, proprio così, l’ho messa nella tasca di un comune giubbotto e anzi, ogni tanto, dovevo toccarla per verificare se era ancora al suo posto! Questo tanto per chiarire subito il grado di compattezza dell’insieme corpo/obiettivo (meno di 4,5 cm di spessore), ben 1 cm meno della X100T e sottolineare il peso (340 gr. batteria e card incluse), praticamente…inesistente!
Ragazzi, solo chi ha superato (purtroppo) una certa soglia d’età mi può capire: gli anni passano e girare per ore e per chilometri con un qualsiasi peso sulle spalle o peggio, sul collo, diventa sempre più faticoso e difficile. Non mi stanco mai di ripetere che il formato fotografico più utilizzato (35mm con fotogramma 24x36) lo è grazie all’invenzione di una fotocamera in grado di utilizzarlo, ad opera di Oskar Barnak proprio per motivi di…salute. La leggerezza e la maneggevolezza, sono caratteristiche fondamentali nella fotografia di movimento e cioè nella street, nel reportage e nella fotografia di viaggio, specie su terreni disagiati o nelle lunghe escursioni in natura. Certo, portarsi dietro un bel banco ottico con lastre da svariati pollici di dimensioni fa sempre il suo bell’effetto ma, come si suol dire, ci vuole un fisico bestiale. Alle ridotte dimensioni si associa un’altra caratteristica: la discrezione. A parte il classico concetto di “candid” del quale, come saprete, sono un acceso fautore, per via della spontaneità che ne deriva, ma anche quando si entra in contatto diretto e consapevole con i soggetti, le ridotte dimensioni contribuiscono a rendere più semplice e spontaneo l’approccio. Anche la persona più smaliziata infatti, prova sempre un minimo di disagio di fronte ad un’attrezzatura imponente e rumorosa. La piccola X70 invece, arriva ovunque, quasi senza farsi notare, in punta di piedi e grande come un comune smartphone, non s’intromette visivamente tra il fotografo ed i suoi soggetti.
Questa miniaturizzazione ovviamente, ha qualche piccolo elemento a suo sfavore: alcuni pulsanti sono di dimensioni più ridotte del solito e chi ha mani troppo grandi magari avrà qualche difficoltà, all’inizio, per prenderci confidenza ma, a parte che non si può avere tutto dalla vita, posso assicurarvi che i comandi fondamentali sono tranquillamente azionabili come sulle altre Fuji X.
Immagine realizzata in interni. Grazie al Touch Screen è stato possibile agire rapidamente e fermare i soggetti nella posizione voluta. Jpeg SOOC - 1/60 f/2,8 Iso 500 EV-0,3.
Comandi alcuni, tra l’altro fruibili attraverso il touch screen. Molti non amano questa caratteristica e concordo, in molti casi serve solo a complicare le cose. Ma a volte può rivelarsi insostituibile. Spostare il punto di messa a fuoco con il solo tocco di un dito, senza passare per pulsanti e/o rotelline varie di un menù…. può fare la differenza tra uno scatto riuscito ed uno addirittura inesistente. Solo questo basterebbe a giustificare la sua implementazione su ogni mirrorless. Aggiungiamoci pure che, con lo stesso tocco, si può anche scattare. In certe situazioni di tipo candid infatti, si può inquadrare, mettere a fuoco e scattare in un attimo, in quasi totale anonimato, grazie anche alla possibilità di inclinare lo schermo stesso e/o di comandarlo anche da smartphone, tramite apposita app. Con un dito selezioniamo la zona di m.a.f. e poi, con calma, scattiamo attraverso il nostro cellulare. Se poi qualcuno proprio non ne vuole approfittare beh, nessuno lo obbliga a farlo.
Scattando in modalità classica la fotocamera risponde sempre abbastanza prontamente e la m.a.f. è piuttosto veloce, sempre tenendo conto che si tratta di una mirrorless.
In questo caso è possibile apprezzare l'ottima definizione d'immagine della X-70, unita alla gestione della gamma dinamica da parte del sensore. Jpeg B/W Converted in Photoshop - 1/480 f/8 Iso 200 EV+0,7.
Veniamo ora all’obiettivo, perché le funzioni e la compattezza/leggerezza sono importanti si, ma poi le fotografie si fanno attraverso le ottiche e se queste non sono all’altezza, tutte le features di una fotocamera ipermoderna vanno a farsi benedire. Non parlo ovviamente di sensore e processore d’immagine (altri componenti fondamentali per il risultato finale) perché sono quelli ormai ben noti delle X100T, X-T1 etc.
La focale effettiva 28mm è da molti preferita al 35mm in certi generi fotografici: street e reportage in primis, perché permette una migliore collocazione dei soggetti rispetto all’ambiente circostante. Altri invece preferiscono il 35mm. Personalmente, in molti casi simili mi trovo a mio agio anche (se non soprattutto) con il 24mm. Questione di gusti ed abitudini, naturalmente, ma ciò che conta per il fotografo è la possibilità di scegliere. Ed ora questa possibilità c’è: chi preferisce il 28mm può rivolgersi alla X70.
L’obiettivo sporge pochissimo dal corpo macchina, la ghiera dei diaframmi (con i valori ben evidenti sull’anello) è facilmente maneggiabile, con click stop ben definiti, anche sulle aperture intermedie e non si corre il rischio di cambiare inavvertitamente l’apertura solamente sfiorando la ghiera stessa. Un altro anello, anteriore a questo, serve per la messa a fuoco manuale o, in autofocus, come selettore (programmabile via menù) di funzioni.
Qui il Touch Screen è fondamentale. L'ampia focale e la predisposizione dei tempi/diaframmi aiutano nel fermare il momento imprevisto. Jpeg SOOC - 1/500 f/8 Iso 320 EV+0,7.
Dal punto di vista qualitativo, ero piuttosto scettico inizialmente viste le ridotte dimensioni del tutto e la non sconvolgente performance, in termini di personalità, del precedente 23mm che equipaggia la serie X-100. In realtà, pur non avendo attualmente a disposizione una X-100 per un confronto diretto, mi è sembrato che i due obiettivi differiscano principalmente su due punti: quello della X70 sembra avere una maggiore personalità, con uno sfocato più piacevole (pur trattandosi di una focale più grandangolare), che conferisce all'immagine una più accentuata tridimensionalità. A favore del 23mm, sembra invece giocare una nitidezza più accentuata, che da luogo ad un impressione generale di maggior pulizia. Ridottissima la distorsione a barilotto tipica dei grandangolari e lievissima la vignettatura. Non ho evidenziato effetti di aberrazione cromatica. Durante la prova non era disponibile il paraluce dedicato (LH-X70), ma l'ottica ha dimostrato comunque una buona resistenza al flare.
Un'altra inquadratura dal basso, grazie al monitor basculante. L'nquadratura non è perfetta ma, in questi casi, il tempo a disposizione per scattare è sempre pochissimo. I soggetti sembrano relazionarsi con me, ma in realtà, si sono voltati casualmente durante lo scatto (Tra l'altro, praticamente inudibile). Le predisposizioni (apertura/tempo di scatto) e la sensibilità automatica garantiscono praticamente sempre di fermare l'azione. Jpeg SOOC - 1/250 f/8 Iso 3200 EV+1.
Riguardo alle caratteristiche operative della fotocamera, sono state introdotte alcune novità. Quelle principali sono la presenza sulla leva di comando di una posizione Auto (con controllo completo da parte della fotocamera) e la possibilità di simulare l'angolo di campo delle focali 35 e 50mm, che avviene, naturalmente, attraverso un'interpolazione software e quindi, con un'inevitabile perdita qualitativa. Caratteristiche queste, comunque di scarso rilievo per gli utenti più evoluti. Un limite che molti utenti potranno rilevare è la mancanza di mirino. Caratteristica questa, che permette di esasperare la compattezza, ma che ovviamente limita un uso di “precisione”. E' comunque disponibile un mirino esterno (VF-X21) per coloro che non possono farne a meno. Un altro accessorio piuttosto interessante è un aggiuntivo ottico (WCL-X70) che amplia ulteriormente il campo inquadrato fino all'equivalente 21mm (nel formato 24x36).
In conclusione, una buona fotocamera, che pur se non introduce nulla di nuovo in assoluto, racchiude in se molte utili caratteristiche che ne fanno un'ottima all-round per un'ampia fascia di utilizzatori che richiedano prestazioni elevate, unite a compattezza e portabilità.
Ancora un'inquadratura estrema, che riprende l'immagine dallo stesso punto di vista del simpatico cagnolino. Notare come un opportuno posizionamento della fotocamera permette di contenere in parte l'effetto "linee cadenti", evitando così di esagerare la fuga prospettica. Jpeg SOOC - 1/250 f/8 Iso 400 EV-0,3.
Uno scatto molto difficile, da realizzare veramente durante "L'attimo fuggente". Il tempo d'identificare il soggetto (peraltro vicinissimo), di toccare lo schermo e l'attimo è già fuggito. La X-70 ha gestito perfettamente la complessa situazione d'illuminazione. Jpeg SOOC - 1/250 f/8 Iso 1250 EV-0,7.