Camera Chiara
di Massimiliano Angeloni
Il formato Raw è considerato da molti complicato, laborioso e “pesante”. Ma così rinunciano a un mezzo che permette di ottenere immagini senza paragone
In un precedente articolo (Fotografia Reflex, dicembre 2010) abbiamo visto come, con un po’ di pratica e qualche aggiustamento dei parametri principali è possibile ottenere buoni risultati direttamente dai file Jpeg realizzati con la nostra macchina fotografica. Se da una parte, tale opzione permette a tutti i fotografi di non dividere più il tempo del proprio fotografare tra lo stare dietro un mirino e davanti un monitor, dall’altra, il rinunciare a priori di scattare in Raw, preclude molte possibilità offerte dalla fotografia digitale. Ma cos’è il formato Raw? È un termine anglosassone che significa “grezzo”. In effetti con questo formato vengono immagazzinati i dati acquisiti al momento dello scatto senza applicare in maniera irreversibile tutte le regolazioni che invece rendono il Jpeg un formato “chiuso”. In sintesi, e semplificando molto, uno scatto Raw è la semplice conversione da analogico in digitale dell’immagine. Ogni marca applica il suo formato proprietario di Raw per le proprie macchine fotografiche e a volte formati differenti per macchine di fascia differenti (per esempio Nikon utilizza il NEF per le reflex e NRW per le compatte bridge di fascia alta come la P7000, mentre Canon utilizza unicamente il CR2). Questo perché in realtà il Raw contiene molte più informazioni di quelle che riguardano la sola digitalizzazione dell’immagine e, al contrario del DNG (il digital negative, ossia il tentativo di Adobe di creare un formato Raw universale), necessita, per essere aperto e sviluppato, di un software in grado di leggere correttamente i dati contenuti in esso. Ma il discorso è molto ampio e ci riserviamo di affrontarlo in un prossimo futuro. Per ora ci interessa anzitutto sapere che il Raw, al cospetto di un peso in MB estremamente consistente e l’obbligo di passare via computer per “sviluppare” le nostre fotografie, offre delle possibilità di correzione e lavorazione del tutto impensabile con il Jpeg.
Continua sul numero di Febbraio 2011 di FOTOGRAFIA REFLEX