Sulla Via degli Zar

Categoria: Reportage Pubblicato: Mercoledì, 20 Novembre 2013 Scritto da administrator

Testo e Foto di Enrico Rondoni

Da Mosca a San Pietroburgo sulla via degli Zar, ma molto lentamente...

 

Mosca e San Pietroburgo non sono poi così lontane. Poco più di 700 Km. Come da Napoli a Milano, gelo e neve permettendo.
Ma c’è un modo diverso per compiere l’itinerario tra le due città russe. È la cosiddetta via degli Zar: un percorso di oltre 1700 chilometri via acqua, da compiere senza fatica, solo osservando.
Un “Andamento lento” che ti accompagna in un viaggio della storia e volendo della riflessione.

 

“traduzione Inglese" (English Version Here)

 

Il nostro viaggio si snoda tra canali e fiumi, dighe e laghi artificiali: tra passato, presente e un futuro ancora tutto da scoprire e risolvere tra le contraddizioni di un grande paese fiero della sua storia e incerto per molti sulle prospettive per il domani.
Abbagliati dalle luci che illuminano di notte la Piazza Rossa (la “Piazza Bella” testimone di tante sfilate del 1° maggio, del Mausoleo di Lenin, dei ricordi di personaggi storici) e la chiesa di San Basilio, ci imbarchiamo su di una motonave (la “Lenin” guarda caso) ormeggiata su di un canale del fiume Moscova.

L’imbarcazione procede lentamente, sfiora le rive tra motoscafi di ricchi moscoviti un po’ alticci e pescatori sulla riva già infreddoliti. Qua e là spiaggette attrezzate sognando un mare blu che non c’e’. Passiamo sotto ponti attraversati dai treni e da un flusso ininterrotto di auto di questa città da 15 milioni di abitanti con la sua austerità, le case alveari di epoca sovietica (molte famiglie vivono ancora in un solo appartamento con bagno e cucina in comune) e il nuovo quartiere dei grattacieli in costruzione che vuole sfidare New York. Come da sempre.

Mosca, Cremlino

Mosca, Chiesa di San Basilio

 

Mosca, 120° anniversario magazzini GUM

 

Mosca, falce e martello

 

Mosca, Mausoleo di Lenin

 

Poi le periferie tutte tristi ed uguali prima di lasciarsi alle spalle enormi centrali elettriche e fili che non passano sottoterra, ma tra i tetti dei palazzi.
Si naviga verso la natura e il suo dominio da parte dell’uomo russo prima e sovietico poi, tra un sommergibile in disuso e prototipi di aerei.
Lasciata la capitale navigheremo sul Volga che ci condurrà sul Mar di Rybinsk, poi al Lago Bianco e infine al Lago Onega, collegato a San Pietroburgo tramite i fiumi Svir e Neva.

 

Dighe

Isola di Kiji (Lago Onega)

Una rete fluviale che per la Russia è stata fonte di sopravvivenza. Il paese infatti si può attraversare da Nord a Sud per vie fluviali: dal Mar Baltico al Mar Caspio. La natura, almeno sotto questo punto di vista è stata favorevole, ma l’uomo ha fatto molto di più. Perché la navigabilità è stata resa possibile grazie alle chiuse:un sistema di tecnica idraulica per superare i dislivelli tra due corsi d’acqua.
Nel nostro percorso se ne contano ben 18 con dislivelli dagli 8 ai 16 metri. E la maggior parte risalgono all’epoca staliniana, così come i laghi artificiali che attraversiamo sono il frutto di una volontà per la quale sono state sacrificate centinaia di persone che hanno pagato con la vita la costruzione di tali opere.In questi laghi – con una superficie di decine di migliaia di chilometri quadrati - là dove spesso esistevamo paesi che sono stati sommersi, all’orizzonte vedi solo acqua; sembra di navigare in un Oceano calmo, riempito dalle lacrime amare di chi ha reso possibile tutto questo.

Uglich, Bacino artificiale; Campanile Monastero San Nicola sommerso

L’acqua scorre placida sotto la chiglia della motonave “Lenin” che nel suo percorso sfiora le rive dove si affacciano foreste di betulle, abitazioni copia delle storiche Isbe, Dacie dei nuovi ricchi.
Sembra tutto immobile, calmo, sereno. Ma la vita fuori dalle grandi città, ci raccontano, non è poi così tanto cambiata negli ultimi anni.
Mosca e San Pietroburgo non sono la Russia come New York non è l’America.

A noi turisti o viaggiatori rimangono molte domande di una storia complessa che, dai servi della gleba agli Zar, dalla Rivoluzione d’Ottobre alle purghe staliniane, dalla perestroyka ad oggi, ha riempito le pagine dei romanzi di scrittori famosi e le cronache di tutto il mondo. Ma negli occhi resta anche il fascino di un campanile sopravvissuto al paese sommerso per creare il lago, di una diga con falce e martello scolpita nel cemento armato, di caratteristiche e complesse costruzioni in legno, di chiese ortodosse con le cupole a cipolla che si specchiano nei fiumi, di architetture imponenti come i Palazzi degli Zar a San Pietroburgo, di arte realista nella metropolitana di Mosca.
E molto altro tenendo bene aperti gli occhi e l’obiettivo della nostra macchina fotografica Fujifilm X20.

Grandiosità e miseria, storia e speranza, volontà e sacrificio. Andamento lento, dicevamo.

 

Lungo i Canali del Volga

 

San Pietroburgo, Palazzo d’Estate